MORBIDI RICAMI

Il Cashmere è la materia prima usata nelle creazioni di Monique Lecerf, dove ogni capo è come un’opera d’arte.

Ama il cashmere e, soprattutto, l’arte. A essi si ispira per le sue creazioni charmant golf, maglioni, giacche, gonne e scialli dai preziosi ricami arabeschi. Monique Lecerf è lei, anche se si chiama Giuliana Barosco e non è francese ma venezia-na. Solare, briosa, dalla risata melodica e vibrante, annuncia con orgoglio i 30 anni dell’azienda che fondò, appunto, nel 1981, quasi per gioco, insieme con la giovane moglie normanna di uno zio, il cui nome diventò lo stesso del marchio che ancora oggi è sinonimo, nel mondo, di charme, raffinatezza, originalità.

I primi anni era puro divertimento: la ragazza veneta, appena laureata in Storia dell’Arte Contemporanea con il professor Renato Barilli, aveva trovato una espressione alla sua fantasia ideando abiti femminili. Ma sei mesi dopo Monique se ne tornò in Francia lasciando alla dottoressa Giuliana la factory di Musile di Piave (Venezia) e una griffe che sarebbe stato un peccato lasciar morire, visti i successi che stava già mietendo. Così, ecco le prime sfilate importanti,

le fiere e gli altri eventi della moda internazionale. Quegli abiti unici, dalle linee sinuose e fascianti, avevano un grande appeal e cominciavano a ricavarsi una nicchia.

Cresce la clientela d’élite, si apre la boutique di Cortina d’Ampezzo, cui seguiranno quelle di Londra, Capri e New York. Col passare del tempo lo stile delle collezioni si definisce e si affina, come la qualità dei filati che danno l’anima a questi irripetibili modelli. “Ma sia ben chiaro”, precisa Giuliana Barosco, “io non facevo e non faccio moda industriale, non seguo i gusti correnti, faccio un cashmere d’artista, disegno e produco capi esclusivi che devono innanzitutto piacere a me, perché, se così non fosse, me ne andrei subito a giocare a golf, poiché è un mio hobby e un piacere”, commenta la stilista con ironia.

Insomma, bisogna credere in se stessi e in quello che si fa, amandolo. Questa è la filosofia che ha portato al successo Monique Lecerf. Ma come nasce il “cashmere d’artista”?

Dalle emozioni che evocano, nel cuore di Giuliana, colori come glicine, fucsia, corallo, pervinca, geranio o giada, per esempio. Oppure dalla forza suggestiva dei tramonti sulla Laguna e dalle suggestioni di Venezia, con l’immenso patrimonio artistico che essa racchiude (a cominciare dai mosaici trecenteschi del battistero della basilica di San Marco). “E anche dai miei ricordi d’infanzia”, aggiunge l’imprenditrice, “come quando accompagnavo mio padre alla Fenice e rimanevo affascinata dai costumi dei protagonisti sul palcoscenico”.

Solo il cashmere, quello di altissima qualità, inoltre, può dare vita ai colori, esaltan-doli. “E questo è un altro obiettivo che la nostra azienda ha raggiunto nell’ultimo decennio, tanto che possiamo parlare, oggi, di un ‘supercashmere’ e di un ‘babycash-mere’ realizzato con il vello dell’agnellino”.

Ma Giuliana Barosco è una donna creativa, e non si ferma mai. Alla Fiera del Lusso del 2008, per esempio, ha lanciato la linea baby, riservata alle bambine, che ha battezzato “Giulia Barosco”. Ed è stato l’ennesimo successo. Suscitando tra i critici un commento: “Con abiti così, donne e bambine possono andare anche in Paradiso!”

 

CURIOSITIES & Co.

Nome assai noto e prestigioso nell’ambito della maglieria di lusso e del cashmere in particolare, Giuliana Barosco è anche un’appassionata d’arte, anzi qualcosa di più. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea avendo come relatore Renato Barilli, uno dei maggiori storici d’arte e di estetica del secondo ‘900, negli anni ’80 ha esercitato la critica recensendo l’opera di molti artisti tra i quali Giovanni Cesca e Manuela Simoncelli, conosciuta come Manù.